Se vuoi conoscere meglio la nostra cara Mamma Celeste, fermati e leggi...
Ricordati, piissima Vergine Maria, che non si è mai inteso al mondo
che qualcuno abbia fatto ricorso a te per implorare il tuo aiuto,
e sia stato abbandonato.
Anch’io, animato da tale confidenza, a te ricorro,
Vergine Madre Purissima,
e vengo a mettermi davanti a te,
peccatore avvilito ed affranto.
Tu che sei la Madre del Verbo,
non respingere la mia povera voce,
ma ascoltala benevola, ed esaudiscimi.
Amen.
San Bernardo di Chiaravalle
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Maria Corredentrice dell’Umanità
MARIA CORREDENTRICE NELLA SACRA SCRITTURA
di Padre Stefano Maria Manelli (FI)
Introduzione
Ogni verità della nostra fede ha la sua scaturigine dalla Rivelazione divina, che ha due fonti comprimarie: la Sacra Scrittura e la Tradizione. Ambedue le fonti vengono garantite dal Magistero della Chiesa a cui spetta custodire il deposito della fede e “confermare” nella fede i credenti, secondo la parola di Gesù (cfr Lc 22,32).
Anche la verità della “Mediazione materna” di Maria -
Nella presente ricerca per una sintesi organica sulla Mediazione mariana, ci fermiamo soltanto nell'area biblica in cui cogliere ed enucleare tutti gli elementi che la Sacra Scrittura ci offre in merito alla verità della “Mediazione” di Maria quale “Corredentrice dell'umanità”, come la chiama espressamente anche il Papa Giovanni Paolo II [4] , e, in senso più esteso e radicale, quale “Corredentrice universale”.
Tre aspetti costitutivi
In verità, noi possiamo scomporre il mistero della Mediazione di Maria in tre aspetti che ci paiono costitutivi e che si integrano fra loro ab intus in reciprocità dinamica.
I tre aspetti, infatti, ci presentano Maria SS.ma quale Corredentrice (o Mediatrice di redenzione), quale Mediatrice di tutte le grazie (o Dispensatrice di grazie), quale Avvocata del popolo di Dio (o Mediatrice di difesa, Ausiliatrice e Soccorritrice) secondo la terminologia adoperata anche nella Lumen Gentium , 62.
Maria SS.ma, in effetti, è Mediatrice materna, quale Madre del Verbo Incarnato e Madre nostra; costituita Mediatrice di redenzione, ossia Corredentrice universale; costituita Mediatrice di grazia, ossia Dispensatrice di ogni grazia; Mediatrice di difesa e di soccorso, ossia Avvocata protettrice dei figli.
Questa ripartizione in tre aspetti della Mediazione mariana consente di cogliere anche i contenuti più riposti e i risvolti più particolari di questo ineffabile mistero mariano, che ci riguarda tutti e singoli da vicino, senza che, forse, ci si renda conto della sua primaria importanza [5] .
Fondamentalmente, è vero, il mistero della Mediazione materna di Maria nei riguardi dell'umanità ha due dimensioni di base, la Corredenzione e la Mediazione delle grazie, oggetto immediato della nostra ricerca, che si estendono, poi, alla protezione e difesa da parte dell'“Avvocata” del popolo di Dio, vera “Avvocata” delle membra del Corpo Mistico di Cristo.
Maria SS.ma “Avvocata” dei redenti sta ad esprimere la dinamica della Mediazione materna delle grazie nei suoi aspetti più concreti ex parte populi , ossia negli aspetti esistenziali delle lotte e dei travagli che gli uomini debbono affrontare di giorno in giorno lungo il cammino della salvezza [6] .
La radice della Mediazione di tutte le grazie
A questo punto, però, possiamo e dobbiamo anche scoprire dove si radichi, in profondità,
ab imis , quell' esse della Mediazione di tutte le grazie che fa di Maria SS.ma l'Avvocata
di tutti gli uomini. Perché Maria SS.ma -
Le risposte a questa domanda possono essere diverse. Si risponde, difatti, che Maria SS.ma è la Mediatrice di tutte le grazie perché è l'Immacolata, ossia la « Piena di grazia » ( Lc 1,28) e dalla sua “pienezza” di grazia sgorga ogni grazia per noi, ad immagine dell'acquedotto che è pieno di acqua sorgiva da distribuire a tutti [7] . Si risponde, inoltre, che Maria SS.ma è la Mediatrice di tutte le grazie perché è la Sposa dello Spirito Santo, a Lui indissolubilmente unita nell'amministrazione ed elargizione di tutto il tesoro della grazia. Si risponde, ancora più, che Maria SS.ma è Mediatrice di tutte le grazie perché è la Madre universale che si prende cura di tutti i figli, distribuendo le grazie per i loro bisogni spirituali e materiali.
Va affermato senz'altro, qui, il valore di queste risposte. Non è nostro intento valutarle nella loro portata di verità a illustrazione del mistero della Mediazione materna di Maria. Varrebbe già tanto legarsi a queste risposte per vivere saldamente la propria fede in Maria Mediatrice di tutte le grazie con il sensus fidelium .
Ciò che vogliamo aggiungere a queste risposte, tuttavia, è la scoperta di quel titulus exigitivus , secondo l'antico lessico della Scolastica, per cui Maria, in radice, è costituita de iure , e non solo in facto esse , Mediatrice di tutte le grazie.
Quale è, dunque, il titulus exigitivus più radicale della Mediazione universale delle grazie in Maria SS.ma? La risposta più fondata è la seguente: il titulus exigitivus è la Corredenzione . Ossia: Maria SS.ma è Mediatrice delle grazie perché è la Corredentrice universale. Proprio perché è stata la Corredentrice, infatti, cooperando direttamente alla Redenzione universale con le Sue indicibili sofferenze immerse in quelle del Figlio Redentore, in dipendenza totale da Lui, proprio per questo Maria SS.ma è anche la Mediatrice di tutte le grazie.
In parole ancora più semplici forse si può dire che la scaturigine del possesso e della distribuzione di ogni grazia deriva in Maria SS.ma dall'offerta e dal merito delle sofferenze con cui ha cooperato con Cristo all' acquisto stesso delle grazie della Redenzione universale da distribuire ad ogni singola anima da salvare. Unita e subordinata in toto al Redentore, Maria SS.ma ha sofferto e meritato nella cooperazione attiva e immediata al farsi della Redenzione universale: e ciò costituisce il titulus exigitivus della Mediazione universale di ogni grazia.
Maria SS.ma, cioè, non ha soltanto ricevuto le grazie dal Figlio per distribuirle
agli uomini come Mediatrice, ma è diventata proprio Lei la Mediatrice di tutte le
grazie perché ha acquistato -
La Corredenzione, quindi, è il più radicale “ titulus exigitivus ” per cui l'Immacolata
« Piena di grazia » ( Lc 1,28), la Sposa dello Spirito Santo, la divina Madre Maria
è la Mediatrice di tutte le grazie da donare ai redenti. Basti qui solo un testo
luminoso del magistero pontificio che conferma questa verità claris verbis . Il
Papa San Pio X, nell'Enciclica Ad diem illum , insegna espressamente così: « Ex hac
autem Mariam inter et Christum communione dolorum ac voluntatis promeruit Illa ut
Reparatrix perditi orbis dignissime fieret atque ideo universorum munerum dispensatrix
» [8] . Qui appare evidente che Maria “Riparatrice” è legata alla Redenzione in atto
primo , ossia al farsi della Redenzione, mentre Maria “Dispensatrice” è legata alla
Redenzione in atto secondo , ossia alla distribuzione o applicazione delle grazie
ai singoli uomini. L'una e l'altra -
«Unus est mediator inter Deum et homines»
Non fa certamente difficoltà a questa cooperazione diretta di Maria SS.ma nell'operare
la Redenzione universale con Cristo il testo paolino sull'unicità del Mediatore fra
Dio e gli uomini -
A questo proposito, si legga anche l'approfondita risposta esegetica, ricca di riferimenti
biblico-
Orbene, si sa «che per l'antropologia rivelata -
Che cosa è la Corredenzione
A questo punto del discorso sembra più che utile chiedersi in che cosa consista propriamente la Corredenzione mariana, precisando al meglio i suoi contenuti in termini leggibili e comprensibili da chicchessia, giacché si tratta di una verità che riguarda ogni uomo.
È ovvio che per una trattazione organica ed esauriente sulla Corredenzione, si rimanda agli studi più qualificati in merito [13] , esulando ciò dal nostro compito specifico che è il lavoro di ricerca nell'area della Sacra Scrittura. Premettiamo qui, tuttavia, una breve sintesi espositiva della dottrina della Corredenzione, che riteniamo necessaria alla migliore comprensione del pensiero di Dio contenuto ed espresso dalla Rivelazione scritta.
Il termine “Corredenzione” [14] significa redenzione-
Come l'operatore e il cooperatore operano insieme e direttamente all'attuazione di
un determinato progetto, ma non operano alla stessa maniera, giacché il primo è causa
principale e indipendente, mentre il secondo è causa secondaria e dipendente, così
il Redentore e la Corredentrice operano insieme e direttamente alla realizzazione
della Redenzione universale, ma non operano alla stessa maniera, giacché il Redentore
è causa principale e indipendente, mentre la Corredentrice è con-
Abbiamo detto che il Redentore e la Corredentrice operano insieme e direttamente la Redenzione universale. Ciò significa, secondo il concetto di Redenzione, che Essi operano insieme e direttamente al riscatto dell'umanità dalla schiavitù e morte del peccato, pagando con la loro sofferenza e morte sul Calvario il prezzo del riscatto (la passio per Cristo, la compassio per Maria), meritando in tal modo l'acquisto della grazia redentiva per tutto il genere umano passato, presente e futuro [15] .
Questa operazione salvifica, realizzata dal Redentore e dalla Corredentrice, viene specificamente chiamata Redenzione oggettiva , o, più propriamente, Redenzione in atto primo , ossia nell'atto primario dell'acquisto della grazia redentiva: atto primario, legato storicamente alla vita, passione e morte di Cristo e di sua Madre.
La Redenzione soggettiva , invece, o Redenzione in atto secondo , è l'applicazione della grazia redentiva alle singole anime, ossia è la Mediazione di tutte le grazie da distribuire ad ogni uomo che vuole salvarsi e santificarsi lungo i secoli e i millenni, fino all' escaton di tutti i tempi.
La Corredenzione mariana, dunque, si radica e si configura nella Redenzione oggettiva, legata storicamente ai tempi brevi della vita terrena di Maria unita al Figlio Redentore. La Mediazione mariana delle grazie, invece, è radicata e si configura nella Redenzione soggettiva estesa a tutto il cammino dell'umanità sulla terra [16] . L'una e l'altra sono indissociabili, sia la Redenzione oggettiva in rapporto alla Corredenzione, sia la Redenzione soggettiva in rapporto alla Mediazione delle grazie, così come sono indissociabili la Redenzione oggettiva rispetto alla Redenzione soggettiva, e la Corredenzione rispetto alla Mediazione di tutte le grazie [17] .
Quel che costituisce essenzialmente la realtà della Corredenzione mariana, dunque, è la sua presenza attiva e diretta nella Redenzione oggettiva, inverandosi in essa quale ragion d'essere della Mediazione delle grazie che ne scaturisce e con la quale si attua la Redenzione soggettiva [18] .
La “Corredentrice” unica
Con la Corredenzione Maria SS.ma ha cooperato con Cristo alla nostra “rigenerazione”, quale « Madre di tutti i viventi » ( Gn 3,20). Prima della Redenzione, infatti, noi eravamo tutti morti per il peccato dei progenitori. È dalla Redenzione, in sinergia con la Corredenzione, per beneplacito di Dio, che noi siamo stati rigenerati alla vita della grazia. In questo senso la Corredenzione e la Maternità spirituale si trovano l'una nell'altra reciprocamente, ossia Maria SS.ma è Madre nostra perché Corredentrice, ed è Corredentrice perché Madre nostra [19] .
Basterebbe qui citare il testo luminoso della Lumen Gentium 61, dove è detto espressamente
che la Maternità divina di Maria è stata una Maternità redentiva, tutta protesa a
« restaurare la vita soprannaturale delle anime » per cui Maria SS.ma è nostra «
Madre nell'ordine della grazia », ossia ci ha rigenerato a quella vera vita -
Da ciò deriva, di conseguenza, che, propriamente parlando, la Corredenzione in fieri
e in facto esse è unica ed esclusiva di Maria SS.ma, perché storicamente soltanto
Lei, con le sue sofferenze immerse in quelle del Figlio,-
Se la Corredenzione, infatti, è legata direttamente alla Redenzione in atto primo (o oggettiva ), nessuno propriamente può essere chiamato “corredentore o corredentrice”, eccetto Maria Santissima, unica “preredenta” per essere Corredentrice. Soltanto in senso improprio [22] , dunque, si potrà applicare ad altri il termine corredentore e corredentrice, al posto del termine più adeguato, quello di mediatore o mediatrice, collegato alla Redenzione in atto secondo (o soggettiva ), a cui è legata la Mediazione mariana e materna della grazia, ossia l' applicazione o elargizione di tutte le grazie della salvezza e santificazione , che sono le grazie già acquistate dal Redentore e dalla Corredentrice in atto primo [23] .
Tutti gli Angeli e i Santi, in questo senso, sono “mediatori” o “intermediatori” di grazia, ottenendo con la loro intercessione, l'elargizione delle singole grazie per le anime che ad essi fanno ricorso. Ma nessuno di essi ha potuto cooperare direttamente all' acquisto stesso della grazia, avvenuto unicamente ad opera di Cristo e di Maria con l'Incarnazione redentiva e la Maternità redentiva. Soltanto Maria SS.ma, dunque, è la vera, unica Corredentrice universale tutta relativa e unita al Redentore universale [24] .
Fra Dio e gli uomini
Ugualmente c'è da riflettere che la Corredenzione colloca Maria SS.ma non tra Cristo
e noi -
È con la Mediazione-
« Madre dei viventi » ( Gn 3,20) con la Corredenzione, infatti, Maria SS.ma si presenta quale Madre della divina grazia , come la invoca la Chiesa, e cioè Dispensatrice di ogni grazia della Redenzione, giacché è proprio della Madre prendersi cura dei figli che ha generato, distribuendo a loro tutto il necessario per la crescita fino all'età adulta, fino alla salvezza eterna [25] .
La differenza fondamentale fra la Mediazione materna di Maria e ogni altra mediazione partecipata ad altre creature celesti e terrestri sta nel fatto che mentre tutte le altre mediazioni sono limitate nel tempo e nello spazio, la Mediazione di Maria invece è estesa a tutto il creato, celeste e terrestre, e a tutti i tempi, fino all' escaton terminale della creazione.
Proprio la Sacra Scrittura ci presenta questa visione grandiosa della storia legata a Cristo e a Maria, ambedue, proporzionalmente, “alfa e omega” del piano di Dio, che si inaugura nel primo libro della Bibbia, la Genesi, al capitolo terzo, e si conclude nell'ultimo libro, l'Apocalisse, al capitolo dodicesimo.
La “Donna” che con il Figlio schiaccerà la testa al serpente (cfr Gn 3,15), e la
“Donna” gravida del Figlio, vestita di sole e coronata di stelle: è sempre Lei, Maria
SS.ma, inseparata e inseparabile dal Figlio nell'opera della ri-
A questo punto, passiamo direttamente all'esame dei testi biblici dell'Antico e del
Nuovo Testamento che hanno riferimento diretto o indiretto, esplicito o implicito,
con la verità della Mediazione materna di Maria SS.ma -
«Porrò inimicizia fra te e la donna»
( Gn 3,15)
Il primo e fondamentale testo biblico dell'Antico Testamento che ci presenta profeticamente Maria SS.ma è il versetto del Genesi 3,15: « Porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua discendenza e la sua discendenza: essa di schiaccerà il capo ».
Subito dopo la caduta dei nostri progenitori, sedotti e ingannati dal serpente infernale
(cfr Gn 3,1-
La profezia dell'oracolo genesiaco si incentra, infatti, sulla donna e sulla sua
discendenza (il suo semen ) impegnati nella lotta contro il nemico -
L'esegesi biblica di questo oracolo genesiaco, ammesso il senso mariologico del contenuto, insieme a quello messianico, scoprendo Maria SS.ma nella Donna e Gesù Cristo nella sua discendenza , offre abbondanti elementi di luce sulla verità della Corredenzione mariana [26] .
Certamente, in nuce , questo oracolo genesiaco costituisce da solo una piccola “mariologia” per le verità mariane che rivela esplicitamente e implicitamente. La Maternità messianica, la Maternità verginale, la Concezione immacolata, la Corredenzione, l'Assunzione e la Regalità, sono tutte verità del mistero di Maria che si possono leggere almeno in filigrana nelle pieghe di questo pur breve testo biblico [27] .
Noi vogliamo concentrare la nostra attenzione sulla verità della Corredenzione, ma non possiamo eludere, già adesso, quella verità che sta alla base della Corredenzione, e senza la quale certamente parlare di Corredenzione secondo Gn 3,15 sarebbe del tutto impossibile: si tratta della verità dell'Immacolata Concezione.
Il Sommo Pontefice Pio IX nel definire solennemente il dogma di fede dell'Immacolata Concezione, con la bolla Ineffabilis Deus , afferma che il primo fondamento biblico della verità dell'Immacolata Concezione si trova appunto nell'oracolo genesiaco, dove, insieme al Redentore Gesù Cristo viene “chiaramente e apertamente” presentata Maria Vergine sua Madre, in opposizione e in lotta vittoriosa contro il serpente. Maria SS.ma, infatti, non è stata mai sottomessa, neppure per un istante, al nemico infernale, non è stata mai sfiorata dal peccato. Al contrario, Ella, preredenta, e quindi rivestita di grazia fin dal primo istante del suo concepimento, ha potuto lottare insieme al Figlio per schiacciare la testa al serpente nemico. Scrive, infatti, il biblista Padre Allegra, che la “ Donna ” di Gn 3,15 «deve essere una perfetta nemica di satana, quindi immune da qualunque colpa e macchia morale, altrimenti non sarebbe perfetta Vincitrice di satana» [28] .
Proprio perché Immacolata , dunque, ossia pre-
L'analisi del testo, come vedremo, conferma le due verità dell'Immacolata Concezione e della Corredenzione, mettendo in primo piano particolarmente la Corredenzione di Maria SS.ma nell'associazione strettissima con il Figlio Redentore di cui condivide tutta l' inimicizia nella lotta contro il serpente per riscattare l'umanità dal peccato e dalla morte eterna.
«Porrò inimicizia»
La prima espressione-
L'espressione « porro inimicizia » è rivelatrice di un piano prestabilito da Dio stesso a salvezza dell'umanità colpita dalla mortale caduta dei progenitori. Dio, nella sua misericordia, ha voluto questo piano della Redenzione per non abbandonare l'uomo al suo destino di condanna eterna, riscattandolo, a prezzo di lotte e sangue, dal dominio di satana con una rivincita affidata ad una nuova Eva e a un nuovo Adamo.
Il piano salvifico di Dio, è proiettato nel futuro ( porrò ) e perciò non può riferirsi che ad una “Donna” futura e al suo figlio, ossia ad una nuova Eva con un nuovo Adamo, ai quali sarà affidata la missione di riparare la caduta della prima Eva e del primo Adamo, riscattando così l'umanità dal peccato e dalla morte [32] .
La parola inimicizia -
È in questa inimicizia , quindi, che troviamo indicata e radicata la “Corredenzione” di Maria SS.ma Ella è stata associata da Dio al Figlio nell'affrontare le lotte e i sacrifici per la Redenzione del genere umano. E anzi, secondo l'acuta riflessione del Peinador, c'è da dire che «en el texto del Protoevamgelio, exegéticamente, se contiene mas claramente esa asociacion que los privilegios personales de la Inmaculada Concepcion y de la Asuncion», e risalta ben chiaro, inoltre, «que el texto en sus palabras no consideraba tanto a la mujer en su condicion de madre de la descendencia triunfadora, quando en el de asociada a luchar y a triunfar» [33] .
Incarnazione redentiva e Maternità redentiva si presentano, quindi, inseparate e inseparabili nell'oracolo di Gn 3,15. Certamente, Maria Santissima poteva anche non essere associata al Figlio in quest'opera di riscatto e di salvezza. Ma Dio ha voluto così. Questo è il suo piano prestabilito, rivelato “chiaramente e apertamente” dal testo genesiaco, per usare le stesse parole adoperate dal Papa Pio IX nella Ineffabilis Deus .
«Ti schiaccerà la testa»
Altra espressione-
C'è innanzi tutto da riflettere, qui, che nel testo, secondo la contrapposizione delle parti chiamate in cause dall'“inimicizia”, la Donna è colei che deve lottare direttamente contro il serpente , mentre la discendenza della Donna deve lottare direttamente contro la discendenza del serpente. Secondo la dinamica delle parti che si contrappongono direttamente, quindi, risulta che lo schiacciamento della testa del serpente non può non essere opera della Donna , messa in campo da Dio direttamente contro il serpente .
In tal modo si è in continuità con quella stessa dinamica -
Nell'oracolo genesiaco 3,15, dunque, la Donna , al contrario di Eva divenuta “amica” del serpente che l'ha sedotta, si trova a lottare direttamente, come “nemica”, contro il serpente , a cui schiaccia la testa «con il suo piede immacolato» (come scrive espressamente Pio IX nella Bolla Ineffabilis Deus ) per la forza del suo “ Semen ”, della sua “ discendenza ” il nuovo Adamo, a cui spetta sempre il primato, quale capostipite della nuova umanità.
Resta intatto e indiscusso, difatti, il primato unico del Redentore -
Per questo il Roschini ha potuto giustamente scrivere: «Si noti, infine, che è talmente intima e diretta l'associazione di Maria Santissima alla lotta e alla vittoria sopra il serpente infernale (ossia, l'associazione alla Redenzione) che nella Volgata (che è da riceversi come “autentica”, nelle dispute, dai cattolici) la vittoria stessa (lo schiacciamento del capo del serpente infernale, ossia, la Redenzione oggettiva) è attribuita immediatamente a Maria Santissima: “ Essa ti schiaccerà il capo ” (naturalmente, per mezzo di Esso , ossia del Figlio)» [35] .
Ma anche attenendosi alla versione oggi più accreditata in esegesi biblica -
Una breve riflessione, infine, sull'ultima espressione dell'oracolo genesiaco: «
Tu le insidierai il calcagno» . Questa breve espressione fa comprendere che la reazione
del serpente all' inimicizia della Donna, è una reazione di impotenza, una reazione
effimera, giacché proprio la morte in croce di Gesù e la compassione e trasfissione
della Madre ai piedi della Croce -
Antitesi: Eva-
A conferma e garanzia di questa nostra analisi esegetica del testo genesiaco, abbiamo
la grande esegesi della più antica e autorevole patristica, quella apostolica, che
parte da San Giustino e Sant'Ireneo, seguita poi, via via, lungo i tempi, da figure
eminenti di Padri e Scrittori ecclesiastici, con l'interpretazione del divino oracolo
genesiaco in chiave di “antitesi” fra il doppio parallelo Eva-
L'interpretazione, in sintesi, segue una linea esegetica semplice e chiara, sulla base concreta del duplice evento: l' evento del peccato originale , che ha avuto quali protagonisti il primo Adamo e la prima Eva; l' evento della Redenzione , che ha avuto quali protagonisti il nuovo Adamo (Cristo) e la nuova Eva (Maria).
Questi due eventi -
Il piano di Dio, in effetti, viene chiamato anche, in gergo patristico originale, piano di “ritorsione”, piano di “rivincita” o di “ricircolazione”, perché Dio, per operare la Redenzione universale, ha voluto servirsi proprio degli stessi mezzi di cui satana si è servito per operare la rovina del genere umano [39] .
Ciò che il primo Adamo e la prima Eva, infatti, hanno rovinato insieme , il secondo Adamo e la seconda Eva hanno restaurato insieme . Adamo ed Eva, Cristo e Maria, costituiscono un'unica causa morale rispettivamente del peccato e della Redenzione. Adamo ha avuto Eva quale concausa del peccato. Cristo ha avuto Maria quale concausa della Redenzione. Eva è stata concausa, ossia causa secondaria del peccato rispetto ad Adamo, che è stato la causa principale e completa, in qualità di capostipite del genere umano [40] .
È stato già rilevato, infatti, che nel giardino dell'Eden è proprio Adamo ad evidenziare espressamente il ruolo attivo di Eva quale concausa del suo peccato: « È stata la donna che mi hai dato per compagna, che mi ha presentato del frutto dell'albero, ed io ne ho mangiato » ( Gn 3,12). E Dio stesso chiede quindi ad Eva: « Che cosa hai fatto?» ( Gn 3,13), ed Eva ammette di essersi fatta ingannare dal serpente, mangiando dell'albero proibito. Subito dopo, Dio punisce Eva, e la punisce appunto perché è stata concausa del peccato di Adamo, collocandosi all'origine della morte dell'umanità intera. Di qui la terribile affermazione del Siracide: « Dalla donna ebbe principio il peccato e per sua cagione si muore tutti» ( Sir 25,24) [41] .
Orbene, sul fronte opposto a quello di Eva, Maria SS.ma ugualmente è stata concausa , ossia causa secondaria della Redenzione rispetto a Cristo, che è causa principale e completa, in qualità di Redentore assoluto del genere umano. Come Eva è stata principio di morte, Maria è stata principio di vita, secondo quella frase scultorea di San Girolamo che dice: « Per Evam mors, per Mariam vita» [42] .
Il piano di Dio, quindi, ha capovolto il piano di satana, per la salvezza del genere
umano. Satana si è servito di un uomo (Adamo) e di una donna (Eva) mettendoli contro
Dio per rovinare l'umanità. Dio si è servito anch'Egli di un uomo (Cristo) e di una
donna (Maria) mettendoli contro satana per redimere l'umanità [43] . In ambedue i
piani l'uomo (Adamo-
Come giustamente è stato rilevato, se Eva è stata, si può dire, la co-
Forse la sintesi più completa e autorevole del mistero di Maria Corredentrice contenuta
in quest'oracolo genesiaco 3,15 è quella scritta dal Papa Pio XII nella Bolla dogmatica
Munificentissimus Deus per l'Assunzione di Maria in anima e in corpo al cielo: «I
Padri, fin dal secolo II -
Figure femminili di Maria Corredentrice: Debora, Giaele, Giuditta, Ester, Madre dei Maccabei.
Nell'Antico Testamento Maria SS.ma è stata anche prefigurata in maniera davvero singolare. Si potrebbe forse dire che pressoché tutti gli aspetti della personalità e della missione di Maria SS.ma sono stati prefigurati, in partibus , dalle donne più eccezionali dell'antico Israele [49] . A noi interessa, qui, cogliere le prefigurazioni più significative di carattere soteriologico, ossia quelle riguardanti in particolare la missione di Corredentrice svolta da Maria SS.ma.
Dopo aver passato in rapida rassegna un gruppo di figure femminili veterotestamentarie
-
Tale “preannunzio e preparazione della salvezza” noi possiamo cogliere in diverse di quelle donne eccezionali, e particolarmente in Debora e Giaele, in Giuditta, in Ester e nella Madre dei Maccabei [51] . Un esame, sia pur rapido, di queste figure femminili sarà già sufficiente a farci scoprire in esse la prefigurazione della missione corredentiva di Maria SS.ma, o, come dice il Peinador, i «tipos o prefiguraciones de la funciòn salvadora de la Virgen» [52] .
Debora e Giaele . Di fronte al pericolo dell'assalto di Jabin, re dei Cananei, con il suo generale Sisara, la profetessa Debora prepara e guida Barak, capo dell'esercito di Israele, per l'attacco contro i cananei. E difatti, Israele trionfa sul possente esercito di Sisara, con la cooperazione anche di un'altra donna, Giaele, che riesce ad uccidere lo stesso Sisara in fuga, fermandolo in casa sua e inchiodandogli la testa al pavimento durante il riposo. All'azione coraggiosa di queste due donne, soprattutto, è legata la liberazione del popolo di Israele dall'assalto dei cananei, come dice anche il Papa Giovanni Paolo II parlando espressamente del «ruolo significativo delle donne nella salvezza del popolo, messo in luce dalle figure di Debora e Giaele» [53] .
In riferimento alla Corredenzione di Maria SS.ma, possiamo subito dire che se «Debora
cooperò alla liberazione di Israele -
Giuditta ed Ester . In queste due donne mirabili dell'Antico Testamento noi troviamo la prefigurazione più completa della mediazione corredentiva di Maria SS.ma: mediazione di salvezza per il popolo d'Israele. Basta leggere i due libri di Giuditta e di Ester per trovare in essi «due figure di donne che procurano vittoria e salvezza agli Israeliti», perché, di fatto, «Giuditta ed Ester mettono ambedue a repentaglio la vita per procurare la salvezza al loro popolo», come afferma il Papa Giovanni Paolo II [56] .
Sia Giuditta che Ester, in effetti, presentano in anteprima la missione corredentiva di Maria nella loro azione diretta salvifica contro il terribile Oloferne e contro il perfido Aman, che richiamano, ambedue, il serpente velenoso del racconto genesiaco ( Gn 3).
Il Maiberger così scrive di Giuditta: «Avendo procurato la salvezza e la liberazione al popolo di Dio, votato alla distruzione, per i Padri della Chiesa Giuditta è prefigurazione di Maria», e quando ella tronca la testa a Oloferne, si capisce che «la testa viene tagliata al male, nemico di Dio, al quale viene tolto in tal modo ogni potere di distruzione» [57] . L'Ortenzi, invece, riflette particolarmente sulla fortezza d'animo di Giuditta e vi legge la fortezza della Madonna, la quale «è stata una donna veramente forte, specialmente sul Calvario, tanto che la storia della salvezza ce la presenta come corredentrice insieme al Suo Figlio per la salvezza di tutti gli uomini» [58] .
Anche il Pietrafesa aggiunge che nella Liturgia dell'Addolorata, «considerando che la Madonna con il suo immenso dolore cooperò a schiacciare il capo al demonio..., la Chiesa rivolge a Lei il commosso saluto del capo del popolo di Betulia, Ozìa, a Giuditta vincitrice: “Benedetta figlia da Dio altissimo, al di sopra di tutte le donne della terra...”» [59] ; e il Ruotolo, più espressamente, scrive che in Giuditta «si delinea la figura della Vergine Maria, l'Immacolata che doveva schiacciare il capo al dragone infernale, diventando Corredentrice del genere umano sul Calvario» [60] .
Della regina Ester è stato rilevato che, se per la malvagità di Aman il popolo di
Israele sarebbe stato distrutto senza l'intervento di Ester presso il re Assuero,
«con più ragione di Ester -
La Madre dei Maccabei. La figura mirabile della Madre dei Maccabei viene presentata dal Papa Giovanni Paolo II quale prefigurazione luminosa di Maria SS.ma nella Sua missione materna svolta con intrepida fortezza e sovrumana fede sul Calvario nell'offerta del Suo divin Figlio quale vittima crocifissa per la Redenzione universale.
Nella scena sanguinosa del martirio dei sette figli ( 2 Mac 7,20-
Il Papa riporta l'esempio della Madre dei Maccabei, quale prefigurazione suggestiva e significativa di Maria SS.ma che partecipa alla morte del Figlio Gesù, e lo offre quale vittima al Padre, cooperando direttamente alla Redenzione universale «con una fede incrollabile, una speranza senza limiti e un coraggio eroico» [65] .
In conclusione, l'insieme di queste rapide note esegetiche su alcune delle principali
donne del Vecchio Testamento fa vedere con sufficiente trasparenza la realtà delle
prefigurazioni di Maria SS.ma, delineata particolarmente nella Sua missione salvifica
universale, svolta soprattutto sul Calvario, quale Corredentrice legata «con strettissimo
vincolo» ( LG 53) al Figlio Redentore. «Come è facile notare -
In conclusione, se le prefigurazioni dell'Antico Testamento proiettano la prima luce
rivelata sulla missione salvifica di Maria SS.ma -
Annunciazione
Con l'Annunciazione ( Lc 1,26-
L'evento dell'Annunciazione è certamente un evento unico di “Mediazione” da parte
di Maria SS.ma, la quale viene a trovarsi esattamente “in medio”, ossia fra Dio e
noi nel delicato frangente di decidere l'Incarnazione redentiva del Verbo, diventando
la Madre divina sempre Vergine per opera dello Spirito Santo. «In questo evento storico
dell'Incarnazione del Verbo, -
Ma possiamo aggiungere subito che l'Annunciazione porta già con sé, ab initio et
in radice, la Mediazione corredentiva della salvezza e quella dispensativa della
grazia. Più semplicemente, nell'Annunciazione ci viene presentata Maria SS.ma chiamata
alla missione di Corredentrice della salvezza e di Mediatrice di grazia. Infatti,
«se l'incarnazione -
Incarnazione e Maternità redentiva
Il fulcro del messaggio dell'Annunciazione sta nella rivelazione del piano divino da parte dell'Angelo, e nell'accettazione da parte di Maria SS.ma, senza soluzione di continuità.
L'Angelo Gabriele presenta a Maria SS.ma il piano divino dell'Incarnazione del Verbo,
il « Figlio dell'Altissimo » ( Lc 1,32), Colui che sarà « Grande » e avrà « il trono
di Davide » (ivi) e « regnerà per sempre» ( Lc 1,33): ecco il Figlio divino che la
Beata Vergine Maria comprende di dover concepire e partorire verginalmente per opera
dello Spirito Santo ( Lc 1,35). Lo Spirito Santo, in effetti, mette in moto l'Incarnazione,
e Maria Vergine comprende che deve acconsentire ad essere la Vergine-
Nello stesso tempo l'Angelo fa comprendere a Maria SS.ma, sia pure per un solo punto
esplicito, che il « Verbo fatto carne » ( Gv 1,14) sarà quel Messia tanto atteso
e sperato dalle genti, ossia sarà il Salvatore, giacché Ella stessa lo dovrà chiamare
con il nome “ Gesù ”, che significa appunto “ Dio Salvatore” , e che al nome di Emmanuel
del vaticinio isaiano ( Is 7,14), ossia a “ Dio con noi ”, aggiunge il “ Dio per
noi ”. «“JHWH salva” -
Basta la rivelazione del nome “ Gesù ” a richiamare alla mente della Beata Vergine quanto scritto dai Profeti sul Messia Salvatore delle genti, sulla Sua missione di « Servo sofferente » di Jahwè ( Is 53,12), che verrà condannato alla crocifissione come un « malfattore » ( Gv 18,30) per il riscatto del genere umano dal peccato e dalla morte stessa [72] . Il Leal, infatti, afferma che il nome di Gesù «non solo etimologicamente ma anche storicamente simbolizza dunque la salvezza, nel caso presente la salvezza definitiva» [73] . Il Most spiega che «la Donna col Redentore iniziò a soffrire e quindi a meritare per noi all'Annunciazione, perché...Ella conosceva la terribile profezia di Isaia 53», conosceva il Salmo 22,17 in cui si dice « Hanno forato le mie mani e i miei piedi », come pure il passo di Zaccaria 12,10: « Guarderanno a colui che hanno trafitto » [74] .
In conclusione, scrive bene il Pietrafesa, affermando che nell'Annunciazione «già implicitamente è preannunziato il martirio di Maria; già si profila l'ombra della croce: nella sua maternità gioiosa non mancheranno gli spasimi atroci connessi con la sua missione di Corredentrice del genere umano» [75] .
L'“Incarnazione redentrice” del Verbo, come la chiama Feuillet [76] , con la Maternità corredentrice: ecco il piano salvifico di Dio presentato dall'Angelo Gabriele all'umile Vergine Maria di Nazareth. A questo piano salvifico di Dio Ella è chiamata ora a dare il Suo consenso libero e convinto per aprire la strada al Redentore e portare a compimento la Redenzione universale tanto sospirata e bramata da millenni. La Sua Maternità corredentiva, infatti, «perdura senza soste nel consenso fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazione sotto la Croce fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti» ( LG 62).
L'Incarnazione redentrice del Verbo che si attua con la Maternità corredentiva di Maria: è questo in sintesi il contenuto salvifico del messaggio angelico, è questa la rivelazione del piano redentivo di Dio, cui la Vergine di Nazareth è chiamata a dare il suo consenso, ben consapevole della straordinaria missione per la quale solo Lei è stata scelta [77] «dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di Lei» ( LG 57).
Consenso al piano redentivo
A differenza dell'annuncio a Zaccaria (cfr Lc 1,13-
A questo riguardo, infatti, il Dupont ha scritto che «il confronto di questo racconto
di annuncio con gli altri due che lo inquadrano ne fa risaltare la specificità che
potremmo definire “dialogale”. Maria non è la semplice destinataria passiva della
rivelazione riguardante il Figlio. Il suo è un ruolo attivo di partner : nel contesto
immediato, partner dell'Angelo del Signore, ma, in realtà, partner di Dio stesso,
che ha voluto far dipendere la realizzazione del suo progetto dal libero consenso
che Egli sollecitava dalla sua fede» [78] . E il Rabanos, nella sua elaborata esegesi
del testo lucano sull'Annunciazione, parla della necessità , «por disposicion de
Dios», del consenso di Maria al progetto divino dell'Incarnazione-
Il consenso dato da Maria alla proposta dell'Angelo, quindi, è un consenso dato a
tutto il piano di Dio con una dedizione di sé che si sintonizza subito su quella
stessa del Verbo incarnato, adoperando, la Beata Vergine, la stessa espressione (“
serva del Signore ”) con cui il profeta presentava il Messia redentore, definendolo
il « Servo di Jahwè » (cfr Is 52,13-
Anche Maria SS.ma, infatti, chiama se stessa “ serva ”, esprimendo così la Sua partecipazione
alla stessa missione e partecipazione del Figlio. Il Servo di Jahwè e la Serva del
Signore si trovano già uniti insieme ab initio per operare la Redenzione universale
[80] . «Gesù che compie la missione del servo del Signore -
È stata anche rilevata, giustamente, la facile equivalenza fra l'« eccomi...per fare o Dio la tua volontà » ( Eb 10,7) e l'« Ecco l'ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola » ( Lc 1,38), come scrive il Rabanos espressamente affermando che il Fiat di Maria «es un fiat de Redenciòn, equivalente al “he aqui” del salmo que S. Pablo aplica a Jesus en el punto que tomaba carne humana en el immaculado seno de la Virgen Maria» [82] .
Il consenso di Maria Vergine, quindi, ha avviato e accompagnato il piano divino dell'Incarnazione redentiva, ossia la Redenzione oggettiva, con tutto il peso della fede consapevole di Maria nel mistero del Padre che manda il suo “Figlio”, nel mistero del Verbo “Figlio di Dio” che si dona a Lei, nel mistero dello “Spirito Santo” che la adombra con “la sua potenza” rendendola Madre sempre Vergine [83] .
Il “Fiat” di Maria costituisce «l'assenso propriamente detto», afferma ancora il
Dupont [84] . Ed è un assenso che si estende a tutto il piano di Dio, ossia all'Incarnazione
redentiva del Verbo fatto carne e destinato alla crocifissione. «Dunque -
Per questo, come scrive K. H. Schelkle, «secondo i Vangeli Maria inizia la sua passione già nel momento della maternità» [87] , mentre il Ceuppens afferma che proprio la Corredenzione segna il principio della Maternità di Maria: «Principium huius maternitatis est munus Corredemptricis» [88] , e il Garofalo collega l'Annunciazione di Maria a Nazareth con la passione di Cristo a Gerusalemme affermando che «il fiat di Nazareth ha un suono che misteriosamente lo avvicina al fiat del Getsemani» [89] .
Un particolare da rilevare è l'uso dell'ottativo (ghenòito) nella risposta data da Maria Vergine all'Angelo. L'ottativo, si sa, esprime un assenso animato da speranza, un consenso desiderato che arreca gioia e diletto. Spiega bene I. De la Potterie: «Innanzi tutto notiamo che il “consenso” di Maria è espresso in greco con un ottativo: ghenòito moi ... Esso non manifesta semplicemente sottomissione... e certamente ancora meno di una passiva rassegnazione. Maria esprime qui il suo gioioso desiderio (cfr l' ottativo ) di collaborare pienamente al piano divino» [90] . Il Pietrafesa spiega la risposta di Maria con l'ottativo in questo modo: «La risposta della Madonna, tipicamente ebraica (cfr 1 Sam 25,41), indica la perfetta, assoluta dedizione di tutta se stessa alla volontà di Dio e non un semplice assenso» [91] .
Il Fiat di Maria esprime, quindi, la più generosa e gioiosa “obbedienza corredentiva”, come la chiama W. G. Most [92] (contrapposta alla rovinosa “disobbedienza” di Eva) nella Sua cooperazione diretta e immediata alla Redenzione universale. Con una nota di taglio antropologico, il Cignelli spiega molto bene, scrivendo che la Bibbia «sottolinea da una parte la disobbedienza demeritoria di Eva, dall'altra l'obbedienza meritoria di Maria... La rivelazione, inserendo nei quadri della rovina e della salvezza la disobbedienza di Eva accanto a quella di Adamo e l'obbedienza di Maria accanto a quella di Cristo, vuole dunque affermare la corresponsabilità della donna nella determinazione delle sorti umane» [93] .
La spada che trapassa l'anima
La profezia di Simeone, « uomo giusto e timorato di Dio » ( Lc 2,25), alla Presentazione
di Gesù Bambino al Tempio, «appare -
La Maternità corredentiva di Maria, segnata dalla «sofferenza a fianco del Salvatore sofferente», come dice il Papa Giovanni Paolo II, viene messa in chiaro risalto dal santo vecchio Simeone, presentata strettamente e connaturalmente legata alla salvezza stessa dell'umanità; perciò il Papa Giovanni Paolo II può insegnare che «a partire dalla profezia di Simeone, Maria unisce in modo intenso e misterioso la sua vita alla missione dolorosa di Cristo; ella diventerà la fedele cooperatrice del Figlio per la salvezza del genere umano» [96] . Qui vediamo come il piano salvifico di Dio si illumina e si precisa via via nei suoi dettagli di svolgimento e di modalità concreta agli occhi di Maria SS.ma. Il segno di contraddizione e la spada trafiggente accomunano il Figlio e la Madre nel compimento della missione universale di salvezza.
Ad uno sguardo e lettura d'insieme dell'evento della Presentazione, appare già presente in esso la dimensione soteriologica del piano salvifico affidato al nuovo Adamo (Gesù) e alla nuova Eva (Maria). La Presentazione al Tempio, difatti, «ha un carattere apocalittico e teofanico. Colui che porta i nomi divini di Santo, Signore, Figlio di Dio visita il Tempio come un bambino povero. Ma è riconosciuto dai testimoni come la “ Salvezza ” (soterion: 2,29), la “ Gloria ” (2,32) e la “ Redenzione ” (lytrosis: 2,38) d'Israele»: così scrive il Laurentin [97] , il quale parla poi di “trasposizioni” fatte da San Luca per cui il « riscatto del primogenito, privo di senso per questo Redentore e Salvatore, viene trasposto a Gerusalemme in Lc 2,38; la purificazione (2,22), che non riguarda la Vergine, viene similmente trasposta al popolo. Luca vede il compimento della profezia di Ml 3 sull'entrata escatologica del Signore nel Suo Tempio: “Egli purificherà i figli di Levi”: il contesto fa riferimento alla purificazione di tutto il popolo» [98] .
Anche il Leonardi rileva l'aspetto soteriologico di questo evento della Presentazione al Tempio con acute osservazioni: «L'evangelista dice che i genitori “ presentarono ” Gesù al Signore. Il verbo “presentare” (v. 22: “paristanai”) è usato nell' Antico Testamento per i sacerdoti e i leviti che “stanno davanti al santuario”; inoltre si diceva che anche la vittima veniva “presentata” (cfr Rm 12,1); quindi Gesù è descritto come sacerdote e vittima offerta da Maria e Giuseppe a Dio» [99] .
Il Feuillet, a sua volta, riflette che «cette association si étroite annoncée par Siméon de la Mère du Christ à la destinée cruelle de son Fils permet déjà de tirer quelques conclusions sur la nature de l'épreuve à Marie. Ce qui est prédit, ce n'est pas seulement que la Vierge compatira au sort douloureux de son enfant, car une telle compassion allait de soi, et il n'était pas besoin d'une prophétie pour l'annoncer. Puisque Siméon s'exprime en prophéte et que tout ce qu'il di a trait à l'Histoire du salut et au role unique dévolu au Messie dans cette histoire, il serait inconcevable que, dans un tel contexte, les paroles qu'il adresse à Marie ne visent que des sentiments naturels à toute mère qui a perdu son enfant . Certes cet aspect psychologique de sympathie maternelle n'est pas à exclure et est meme un point de départ fondamental, mais il y a bien autre chose: Marie se trouve introduite par Siméon dans l'histoire du salut où sa souffrance a sa place prévue par Dieu.. .» [100] .
Parlare di purificazione , di riscatto , di prova , di Tempio , di vittima , di sacerdote , significa chiaramente parlare di elementi caratteristici dell'opera della Redenzione che già in questo evento, agli inizi della vita di Gesù, si presenta in tutta la sua drammaticità secondo la rivelazione personale del santo vecchio Simeone, che coinvolge anche la Madre, sempre unita al Figlio Redentore con uno «stretto e indissolubile vincolo» ( LG 53) [101] .
E in questo evento balza subito alla vista la presenza attiva e primaria di Maria,
la Madre del Bambino che è « salvezza per tutti i popoli, luce delle genti e gloria
di Israele » ( Lc 2,31-
In particolare, poi, bisogna notare che Simeone rivolge la sua parola non a Giuseppe
-
Si potrebbe forse dire, senza alcuna enfasi, che questa “ spada ” è il simbolo più espressivo della “Corredenzione mariana”: un simbolo concreto, estremamente significativo nella sua brutalità di azione che trafigge e trapassa, lacerando e devastando l'anima in tutte le sue fibre. Per questo è espressiva della Corredenzione . Con questa “spada” nell'anima Maria SS.ma è appunto la Corredentrice , così come Gesù sulla “Croce” è appunto il Redentore. Crocifissione e trasfissione , l'una e l'altra, inseparabilmente, quasi trasfondendosi la Crocifissione nella trasfissione , sono il culmine e la consumazione della Redenzione e Corredenzione [109] .
La “ spada ” di Simeone, secondo K. H. Schelkle, esprime il «dolore che Maria soffrirà osservando l'incredulità e l'inimicizia rivolte a Gesù» dai “molti” che andranno in rovina, e proprio per questa spada Ella è legata «a lui come madre e corredentrice» [110] . E il Padre Testa, opponendosi a quanti interpretano la “spada” nel senso del “dubbio” presente in Maria sul Calvario, dice che nella Presentazione di Gesù Bambino al Tempio, alle parole di predizione del vecchio Simeone sulla “ spada ” che le trafiggerà l'anima, Maria SS.ma accetta quella “ spada ” «diventando così corredentrice insieme col Redentore» [111] .
Possiamo ben concludere, a questo punto, dicendo con il Rabanos che «La Presentaciòn
de Jesùs constituye para Maria el titulo mas claro de su Corredenciòn » [112] e che,
in particolare, le parole del santo vecchio Simeone rivolte a Maria, costituiscono
il più fondato e suggestivo capitolo della Corredenzione mariana, un capitolo profetico
sulla Maternità corredentiva di Maria che offre il Figlio e si offre con il Figlio
all'immolazione per la Redenzione universale. La “spada” dell'immolazione è là, pronta,
e già in azione, perché Ella, Maria, coopera subito e attivamente all'opera della
salvezza attesa da tutte le genti. E le sofferenze immani della Madonna non sono,
quindi, esterne a Lei, provocate da agenti solo esterni, ma «sono insite nella stessa
missione di Corredentrice -
Ai piedi della croce
L'evangelista Giovanni ci parla della presenza di Maria SS.ma sul Calvario, ai piedi
della Croce, nell'ora suprema della Passione e Morte del Suo Figlio divino, e «la
Tradicion -
« Stava presso la croce di Gesù sua madre » ( Gv 19,25) [115] . Il richiamo biblico
intertestamentario più immediato, e anche più profondo, è quello di Genesi 3,15
che ci ricorda il primo Adamo, la prima Eva e l'albero del loro peccato di progenitori.
Nell'Eden, infatti, agli albori dell'umanità, i due progenitori dell'umanità, Adamo
ed Eva, consumarono la rovina dell'umanità presso l'albero del frutto proibito (cfr
Gn 3,1-
Questo richiamo biblico retrospettivo non è soltanto pertinente, ma necessario, perché l'Eden profanato dal peccato delle origini viene appunto riscattato e restaurato dal Calvario su cui è innalzata la Croce che salva. La profezia di Gn 3,15 trova qui, infatti, il suo compimento per la cosiddetta “rivincita” o “ritorsione” contro il « serpente antico » ( Ap 12,9) che aveva vinto i progenitori Adamo ed Eva seducendoli e piegandoli ai suoi voleri di ribellione a Dio, per farli precipitare, con tutta l'umanità, « nelle tenebre e nell'ombra della morte » ( Lc 1,79).
La grande speranza della “rivincita”, legata alla futura nuova coppia profetizzata
da Gn 3,15, durata millenni di attesa e di preghiera, diventa ora realtà di grazia
sul Calvario, passando attraverso la Passione del nuovo Adamo, Gesù Redentore, e
la compassione della nuova Eva, Maria Corredentrice. «Il creatore -
La sconfitta di Adamo ed Eva, con la caduta nel peccato e la conseguente rovina di
tutti i discendenti condannati ad essere « figli dell'ira » di Dio ( Ef 2,3), vengono
qui, sul Calvario, riscattate dal nuovo Adamo e dalla nuova Eva, che si trovano uniti
nella stessa “ inimicizia ” contro il serpente infernale a cui schiacciano la testa
[119] . «Ci troviamo qui -
La presenza di Maria sul Calvario non si spiega «senza un disegno divino», è detto nella Lumen Gentium 53; ed è detto a ragione, perché Maria è inseparabile dal Figlio, essendo stata predestinata « uno eodemque decreto » con il Figlio, come insegna l' Ineffabilis Deus , a lui legata, perciò, « da uno stretto e indissolubile vincolo », come insegna la Lumen Gentium (ivi), che la fa partecipe di tutta la missione redentiva del Figlio con la vittoria sul serpente.
Come scrive il Pietrafesa in una breve pagina di esegesi densa e lucida, appare chiaro che «la presenza della Madonna era, secondo i decreti divini, necessaria, indispensabile sul Calvario... L'appuntamento di Maria sotto la croce è il punto culminante della missione di lei, già preannunziata nel paradiso terrestre ( Gn 3,15) agli stessi progenitori del genere umano. Sotto la croce Maria doveva essere proclamata Corredentrice del genere umano, la nuova Eva, la vincitrice del serpente infernale.
Come per Gesù l'apparente sconfitta sulla croce doveva segnare in realtà il suo trionfo e la riuscita della sua missione redentrice, così per Maria quella presenza e quell'insondabile dolore ai piedi della croce, doveva costituire il trionfo della sua missione di Corredentrice» [120] .
Di fatto, concretamente, il compimento della Redenzione universale da parte di Cristo
sulla croce si realizza in unità con la Corredenzione universale da parte di Maria
che si trova con l'« anima trapassata » (cfr Lc 2,35) ai piedi della Croce, «Nossa
Co-
Il mistero della sofferenza di Maria fa unità e sinergia perfetta con il mistero
della sofferenza di Cristo. Redentore e Corredentrice sono segnati entrambi dal dolore
vivo che riscatta dal peccato e dalla morte. Noi siamo stati «generati sul Calvario
-
A questo punto, per cogliere in profondità altri contenuti del mistero del Calvario, è utile soffermarsi anche su un particolare di grande valore nell'esegesi del testo giovanneo 19,25: è il particolare del termine Donna adoperato da Gesù dall'alto della croce nel rivolgersi a Sua Madre per dirle: « Donna, ecco tuo figlio ».
I più grandi richiami biblici intertestamentari del termine Donna riferito a Maria SS.ma sono il Protovangelo ( Gn 3,15), le Nozze di Cana ( Gv 2,4), la Donna dell'Apocalisse ( Ap 12,1). Sono tre richiami a eventi collegati tra di loro e di portata eccezionale nel disegno di Dio, e in ognuno di essi c'è un riferimento ben solido alla soteriologia, e quindi alla missione corredentiva di Maria SS.ma [129] .
È stato già detto del Protovangelo in precedenza, e si dirà per esteso del testo apocalittico in seguito. Qui vogliamo solo accennare alla Nozze di Cana, dove Gesù operò il Suo primo miracolo pubblico nell'ordine della natura, ossia la trasformazione dell'acqua nel vino, per venire in aiuto all'indigenza di una coppia di sposi novelli [130] .
Ricordiamo, anzitutto, che il termine Donna va inquadrato anche qui nel contesto
dell'episodio evangelico delle Nozze di Cana, che ha un significato di grande valore.
Noi sappiamo, infatti, che il Protovangelo ci presenta il dramma dei progenitori
e la grande promessa di Dio riguardante una Donna vincitrice con il Figlio sul serpente
ingannatore; il Calvario ci presenta il compimento della Redenzione universale nel
suo atto primo da parte dell'uomo-
Ed è Lei, la “Donna”, la “Madre di Gesù”, lì presente, a smuovere le cose provocando
Gesù a quel miracolo perché «la conversion del agua en vino -
Il termine Donna presente in questi quattro testi biblici fondamentali sta ad indicare
e confermare quel che la Chiesa ha già definito nella Bolla dogmatica Ineffabilis
Deus sulla predestinazione di Maria « uno eodemque decreto » con il Figlio (D-
Con l'espressione “ Donna, ecco tuo figlio ”, Gesù proclama la Maternità spirituale
e universale di Maria SS.ma, svelando nello stesso tempo anche l'aspetto materno
della Redenzione, riflesso dal volto e dalla persona di Maria, la Vergine Madre [134]
. Qui scopriamo la Maternità di Maria quale Maternità salvifica, corredentiva. Maria
SS.ma cioè è diventata nostra Madre quale Corredentrice, perché ha offerto il Figlio
all'immolazione e ha voluto «soffrire col Figlio suo morente in croce... per restaurare
la vita soprannaturale delle anime» ( LG 61). «Essa si unì intimamente al suo Filgio
morente sulla Croce quale nostra Corredentrice», scrive ilPadre Allegra [135] . Questo
è stato «il duro prezzo -
Sacrificare i propri «diritti materni» [137] , offrendo il Figlio e se stessa a Dio per ottenere la grazia della rigenerazione per l'umanità di tutti i tempi: c'è interscambio dinamico, in questo senso, tra Maternità e Corredenzione in Maria SS.ma, per cui, secondo il disegno di Dio, l'una non sta senza l'altra, e ciò ab initio , ossia fin dall'Annunciazione. Sintetizza con chiarezza questo punto il Pietrafesa scrivendo che Maria SS.ma «lì, ai piedi della Croce offriva con autorità di madre il suo unico Figlio come vittima al Padre celeste ed in tale maniera, a titolo speciale, diveniva Madre Corredentrice dell'umanità. Come Gesù s'immola per gli uomini che adotta come fratelli, così Maria offre il Figlio e se stessa al Padre dei cieli per divenire madre universale di tutti i redenti. Il “fiat” del Calvario completa quello dell'Annunciazione» [138] . E il Rabanos delinea con efficacia un quadro esegetico dell'offerta che Maria fa del Figlio e di se stessa sul Calvario per completare la missione salvifica con l'atto supremo della Redenzione (la Passio del Figlio crocifisso) e della Corredenzione (la Compassio della Madre trapassata dalla spada) [139] .
Non sfugga, infine, la riflessione sul valore specifico della Maternità di Maria
-
«Nel quadro soteriologico rivelato -
E con questa Maternità divina e corredentiva di Maria noi abbiamo la Chiesa, famiglia
dei redenti, realtà anch'essa divina e umana, personale e sociale, di cui Maria SS.ma
è prototipo o causa esemplare, ed è Madre vera o causa efficiente. È causa esemplare
della Chiesa perché «la precede nel tempo -
La Maternità di Maria è corredentiva -
E possiamo concludere, ora, con le parole luminose del Papa Giovanni Paolo II che collega ab intus le due maternità, quella di Maria e quella della Chiesa: «Le parole che Gesù pronuncia dall'alto della Croce significano che la maternità della sua genitrice trova una “nuova” continuazione nella Chiesa e mediante la Chiesa , simboleggiata e rappresentata da Giovanni. In questo modo, colei che, come “la piena di grazia”, è stata introdotta nel mistero di Cristo per essere sua madre, cioè la Santa Genitrice di Dio , per il tramite della Chiesa permane in quel mistero come la “donna” indicata dal libro della Genesi (3,15) all'inizio e dall' Apocalisse (12,1) al termine della storia della salvezza. Secondo l'eterno disegno della Provvidenza la maternità divina di Maria deve effondersi sulla Chiesa, come indicano affermazioni della Tradizione, per le quali la maternità di Maria verso la Chiesa è il riflesso e il prolungamento della sua maternità verso il Figlio di Dio».
Gridava per le doglie del parto
Il capitolo dodicesimo dell'Apocalisse, subito, in apertura, presenta la « Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle » ( Ap 12,1). È una breve e rapida descrizione della più sublime e meravigliosa “Donna” di cui parli l'intera Bibbia, che si impersona in Maria SS.ma Regina dell'universo e si configura come la Chiesa «Madre di tutti i credenti» [145] .
Subito dopo, però, la stessa figura eccelsa di Donna solare e regale è presentata come una Madre in preda alle sofferenze proprie di una partoriente: infatti, « era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto » (12,2).
In realtà, il discorso sul capitolo dodicesimo dell'Apocalisse si collega con Gn
3,15 come con la sua radice [146] : «La particolarità della pericope Ap 12, -
Inoltre, il discorso sul Signum magnum di Ap 12,1, non può che essere un discorso sulla Madre che campeggia come Donna di gloria e di dolore. Donna di gloria è la Donna vestita di sole e coronata di stelle . Donna di dolore è la Donna che grida per le doglie e il travaglio del parto .
Orbene, Maria SS.ma impersona in sé questa “Donna” nella sua duplice realtà di gloria
e di dolore, configurandosi alla “ Donna di gloria ” come Madre di Cristo uomo-
Sappiamo già che la Maternità di Maria nei riguardi di Cristo fu una maternità di
arcana gioia e di ineffabile letizia, per cui Maria è la “Causa nostrae letitiae”,
come l'invoca la Chiesa nelle Litanie lauretane. E sappiamo che la nascita di Gesù
a Betlemme fu una teofania di « gioia sovrabbondante » ( Gv 15,11); e il parto di
Maria Vergine nella Notte Santa fu un parto miracoloso perché verginale [150] ,
fu un vero parto di « grande gioia » ( Lc 2,10), un parto di gloria, di quella stessa
« Gloria in excelsis Deo » cantata dagli Angeli nei cieli di Betlemme ( Lc 2,14)
[151] , perché davvero è venuto « a visitarci dall'alto un sole che sorge, per rischiarare
quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte e dirigere i nostri passi sulla
via della pace » ( Lc 1,78-
Qui troviamo appunto la « Donna vestita di sole », ossia la Donna vestita di quella Maternità divina che è veste solare e regale di ineffabile bellezza e santità, tutta gioia e fulgore che non hanno l'eguale nel creato, né in terra, né in cielo.
Quale “Madre dei redenti”, invece, Maria è la « Donna... incinta che grida per le doglie e il travaglio del parto » ( Ap 12,2). Questo testo rimanda appunto al Calvario, ossia alla Donna che « stava presso la croce di Gesù » ( Gv 19,25), a Colei che sul Golgota, con la sua sofferenza « grande come il mare » ( Lam 2,13), è costituita «veramente Madre delle membra di Gesù Cristo», secondo l'espressione di Sant'Agostino citata anche dalla Lumen Gentium (n. 53).
Le due espressioni, « Donna, ecco tuo figlio » e « Donna che grida per le doglie
del parto », si collegano e fanno unità nel presentare il mistero di Maria Corredentrice.
«Gv 19 e Ap 12 -
Possiamo senz'altro dire che secondo l'esegesi biblica teologica nel versetto di Ap 12,2 troviamo espressa claris verbis la sofferenza corredentiva diretta e immediata di Maria che partorisce ognuno di noi come “figlio” rappresentato già sul Calvario da San Giovanni evangelista, secondo la parola di Gesù due volte esplicita, perché rivolta dall'alto della Croce sia a Maria (« ecco tuo figlio ») che a San Giovanni (« ecco tua Madre »).
Effettivamente, quindi, nel testo dell'Apocalisse 12,1-
Abbiamo qui un esempio ben chiaro e istruttivo di quella che dai biblisti è chiamata
la «legge delle due fasi» nell'unica prospettiva profetica del parto verginale gioioso
di Cristo Capo a Betlemme e del parto spirituale doloroso delle membra sul Calvario.
La spiegazione di ciò viene data dal fatto dell'inclusione, nel piano organico della
Redenzione, delle sofferenze corredentive di Maria, associata direttamente al Figlio
nell'opera di riscatto del genere umano. «Il s'agit simplement -
Ici nous rejoignons l'enseignement le plus orthodoxe de la theologie catholique: nous savons en effet que Marie n'est la Mère des fidèles que parce qu'elle est d'abord la Mère du Christ (en qui nous sommes tous inclus), et parce que Dieu a voulu insérer comme un élément de surcroit dans le tout organique du plan rédempteur les souffrances de la Mère, associée à son Fils dans l'oeuvre de rachat du genre humain» [155] .
Il testo dell'Apocalisse 12, dunque, ci svela la Madre divina di Cristo Redentore
e la Madre Corredentrice degli uomini. Nei due versetti (1-
Il « figlio maschio » ( Ap 12,5), nato e subito sottratto alla furia omicida del
« drago » infernale (vv. 3-
Il Rabanos, a sua volta, richiamandosi a Gn 3,15, ne vede la realizzazione in Ap 12, dove Maria si presenta associata al Figlio Gesù nella lotta e nella vittoria contro il serpente; al pari di Eva, Maria è la madre di tutti i viventi, con la stupenda differenza che mentre Eva dona la vita naturale, Maria dona la vita spirituale e soprannaturale. Maria, come Eva, soffre i dolori del parto per i suoi figli perché si tratta di una concezione e di un parto di sacrificio e di Redenzione. Per questo Maria partorisce i suoi figli redimendoli, non come agente principale, ma come agente secondario, ossia come Cooperatrice , come Corredentrice [159] . E il Padre Allegra, nel suo studio esegetico su Apocalisse 12, presenta e analizza il «parallelismo che intercorre tra il cap. XII dell'Apocalisse e il cap. III della Genesi» [160] , spiegando che nella Genesi e nell'Apocalisse «quella donna vittoriosa è la Madre del Messia ed anche madre dei fedeli di Cristo, ossia Madre della Chiesa (5,17)» [161] .
Corredenzione e Mediazione materna, poi, si postulano a vicenda nel quadro reale
della Maternità di Maria. È proprio della madre, infatti, -
Conclusione
Madre Corredentrice e Mediatrice : è questa la figura di Maria che ci viene presentata dalla rivelazione biblica nella Sua missione storica di Corredentrice che è legata all'evento della Redenzione oggettiva, quella in atto primo , conclusa sul Calvario, per l'acquisizione della grazia che redime tutto il creato; e nella Sua missione extratemporale di Mediatrice della grazia , quella in atto secondo , che ha la funzione di assistere tutti i figli, premurosa della salvezza dei redenti «fino al perpetuo coronamento degli eletti», come insegna la Lumen Gentium 62.
Il Pietrafesa illustra molto bene la duplice missione di Maria quale Corredentrice
della salvezza e Mediatrice o Dispensatrice di tutte le grazie, scrivendo che «la
cooperazione redentiva ha due fasi: una terrestre e l'altra celeste. Nella fase terrestre
cooperò all'acquisto della grazia, in quella celeste Ella coopera alla distribuzione
di essa. In terra la stretta unione con il Figlio si manifesta “dal momento della
concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui” ( LG 57). La maternità spirituale
“perdura senza soste dal consenso fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto
senza esitazione sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti”
( LG 62). Per l'anzidetta duplice cooperazione di Maria SS.ma -
E in rapporto alla Mediazione della Chiesa, che fa unità con la Mediazione materna
di Maria, è stato rilevato, con esattezza, dallo Stramare, che Maria si differenzia
propriamente dalla Chiesa appunto per la Corredenzione: «Maria, soffrendo sul Calvario
con Gesù e offrendolo al Padre -
E proprio per la sua missione salvifica materna, che si estende fino alla fine dei
tempi, in unità con la Chiesa, Maria SS.ma è la Dispensatrice di tutte le grazie,
è l'“ Avvocata di grazia ” per i figli bisognosi di aiuto nel loro cammino di salvezza
e santificazione. Ella «difatti, -
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